Un accordo stipulato fra Assoporti, UIR e Ice. Che mira a mettere a fattore comune le risorse del sistema logistico italiano, per promuoverlo all’estero e meglio ancora “là dove si raccolgono i flussi di traffico” come afferma il presidente di Assoporti, Daniele Rossi. Un accordo che arriva dopo l’ultimo incontro a Monaco, al Transport Logistic in occasione dell’evento “Why Invest in Italian ports and freight villages. A country which is a natural hub in the MED?”.

“Riuniamo e presentiamo per la prima volta i 18 progetti strategici della filiera logistica nazionale in un momento non semplice a livello internazionale ma, allo stesso tempo, pieno di opportunità da cogliere – sempre nella parole di Daniele Rossi -. Si pensi, ad esempio, alla BRI che non dobbiamo concepire solo come collegamento per i mercati di consumo ma occasione per le nostre attività di trasformazione”. 

“La crescita economica di paesi come Turchia, Egitto, Marocco, Algeria, Israele e Tunisia ha modificato il peso specifico della supply chain del Mediterraneo, aprendo nuove occasioni di sviluppo per l’Italia – nelle parole Marco Spinedi, presidente dell’Interporto di Bologna -. La partita va giocata da Sud e per la prima volta le criticità geografiche della penisola, con la sua struttura lunga e stretta, può rappresentare un vantaggio: integrando porti e ferrovie è possibile scuotere in profondità i flussi attuali creando una situazione di concorrenza sul tuttomare, così come stiamo dimostrando dal successo del servizio Bologna-Bari”. 

Per farlo, servono servizi combinati come “treni misti, in grado di supportare la crescita del tessuto produttivo” ed evitare rotture di carico. “Sotto questo aspetto la tecnologia apre nuovi orizzonti. Stante l’eccessiva dispersione dei nostri porti e interporti, l’automatizzazione può controbilanciare i maggiori costi del ferro” conclude Marco Spinedi. 

Franceso Maria di Majo, presidente Adsp Mar Tirreno Centro Settentrionale evidenzi come alla luce della crescita di presenze (2,5 milioni) stimate nei prossimi anni bisognerà guardare alla logistica, e alle relazioni con il retroporto, anche nelle sue implicazioni con il settore delle crociere. “Civitavecchia si sta sempre più affermando come home port e l’auspicio è quello di poter incrementare e migliorare i servizi di ship chandling grazie anche alla collaborazione con l’interporto”. L’obiettivo è sfruttare le piattaforme logistiche di prossimità per potenziare la catena di approvigionamento al settore turistico con corridoi intermodali che arrivino direttamente in banchina. 

Il tutto mentre la disciplina regolatori risale agli anni ’90 e risulta pertanto necessario un adeguamento del quadro di riferimento per gli interporti. Da qui la proposta di UIR al parlamento e alle commissioni competenti che mette sul tavolo una proposta per la rioganizzazione della rete italiana degli interporti che tenga conto dei cambiamenti nei ruoli e nell’operatività stessa di queste strutture. 

Tra gli obiettivi della riforma “disporre di un quadro programmatico ampio, in coerenza con i corridoi transeuropei di trasporto – come afferma Lorenzo Cardo, CEO Interporto di Orte -. È necessaria una qualche forma di indirizzo, programmazione e coordinamento dello sviluppo e del miglioramento qualitativo delle piattaforme normative”. 

E il punto cardine è “l’identificazione della manovra ferroviaria come elemento di interesse economico generale al fine di valorizzare l’efficienza, l’economicità, l’ottimizzazione, la sicurezza d’esercizio ma anche il rispetto degli interessi di tutti i fruitori dei servizi” come conclude Lorenzo Cardo. 

(Fonte: Presentati i 18 progetti strategici della logistica