Fonte miscellanea Ship2Shore di A.Scorza

Gli interporti del Friuli Venezia Giulia devono avere sempre più una visione e una strategia comune, fissando convergenze strategiche tra Trieste, Cervignano e Gorizia e gli omologhi operatori di Austria e Ungheria. È quanto ha dichiarato all’ANSA, in chiusura di anno, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, parlando di collaborazione coi Paesi confinanti e con l’Est Europa nella logistica quale scelta determinante. Nell’asse Nord-Sud occorre coinvolgere Austria, Baviera e Ungheria, bisogna cercare di portare sempre più interconnessione e compartecipazione coi Paesi di questa area e condividere le scelte sul piano commerciale. Un mese fa nel corso di un incontro col vicepremier e ministro degli Esteri sloveno, Miro Cerar, Fedriga aveva auspicato nuovo impulso alla realizzazione della tratta ferroviaria tra Gorizia e Nuova Gorizia e alla realizzazione della ‘lunetta ferroviaria’, il raccordo tra la linea internazionale Gorizia-Vrtojba-Nova Gorica (su cui si innesta il terminal intermodale dell’Interporto di Gorizia) e la linea nazionale Trieste-Udine, per un costo stimato di 12 milioni di euro, che farà collegare in maniera più veloce ed efficiente SDAG con gli scali portuali di Trieste e Monfalcone. Nel frattempo è stato annunciato da Mercitalia un nuovo servizio di trasporto merci combinato non accompagnato, che sarà operativo da lunedì 13 gennaio 2020 fra l’Interporto di Cervignano del Friuli (Udine) e l’Interporto SITO di Torino Orbassano. Nella fase iniziale sono previste 3 coppie di treni alla settimana, ma già da aprile i collegamenti diventeranno giornalieri. I convogli da 550 metri potranno trasportare 1.600 tonnellate, essendo composti da 16 carri doppi di ultima generazione che consentono di caricare 32 semirimorchi Mega (altezza 4 metri, lunghezza 13,60 metri) o casse mobili da 40’; il target sono prodotti industriali, groupage e alimentare secco. Niente di meno che “una giornata storica” ha definito gli incontri tesi ad un ‘piano d’azione’, predisposto di concerto per avviare una proficua collaborazione, avuti nella sede interportuale friulana, con rappresentanti dell’AdSP e della Confindustria di Venezia, l’amministratore delegato dell’Interporto di Pordenone, Giuseppe Bortolussi. A fronte di una richiesta importante dall’Europa di migliorare l’intermodalità e la sostenibilità del sistema trasportistico, occorre fare massa critica come Nord Est, ha richiamato il concetto di unione Pino Musolino, Presidente AdSP di Venezia. Bortolussi ha ricordato che Pordenone è storicamente connessa a Venezia e che la collaborazione instaurata varrà anche con Trieste, perché la logistica e le merci hanno più punti di riferimento dai porti e dalle infrastrutture interportuali. La dinamicità del territorio è legata alle esportazioni e non possiamo pensare che si possa esportare senza logistica, ha evidenziato Bortolussi, smanioso di fare rete e creare opportuni collegamenti con il porto di Venezia. “Senza logistica è difficile pensare a uno sviluppo economico anche per i problemi che nascono quotidianamente con gli intasamenti delle strade, che pensiamo di risolvere in tempi rapidi con un collegamento diretto verso Udine” ha rilevato Silvano Pascolo, presidente di Interporto Pordenone. Pensa in grande Vincenzo Marinesi, presidente Confindustria Venezia-Rovigo: “non possiamo avere un porto unico o un’area retro portuale unica. Marghera ha già saturato gli spazi e quando partirà, il Mose limiterà il traffico navale. Qui vedo una grande zona franca che dia vantaggi e con certe direttrici: sulla dorsale austriaca, queste sono Pordenone, Portogruaro, Gorizia e Trieste, per quella interna è Rovigo”. Come si ricorderà – dopo l’apertura del terminal lo scorso 30 maggio – a fine settembre è partito il primo treno dal terminal ferroviario Odorico di Pordenone per il Regno Unito, in collaborazione con Lineas (ferrovie belghe SNCB), Hupac (società svizzera che gestisce il terminal) e Codognotto. Quello ‘inglese’ (2 treni alla settimana) si aggiunge agli altri servizi in direzione Novara, Duisburg (Germania) e Zeebrugge (Belgio) per un totale di 14 treni alla settimana, che a fine 2019 saranno 30 e nel primo trimestre 2020 saliranno a 50 verso Rotterdam, Polonia e Serbia. L’obiettivo dichiarato da Bortolussi & C. è diventare la piattaforma per il traffico ferroviario con l’Est Europa; un traguardo condiviso da Graziano Pizzimenti, assessore regionale alle Infrastrutture, il quale rileva che l’Interporto di Pordenone è quello in maggior fermento dei quattro regionali. Intanto a Gorizia è arrivata una ‘promozione’ internazionale. Dekra, l’ente certificatore tedesco riconosciuto dall’UE, ha stabilito che le aree di sosta di SDAG rispondono agli standard previsti per la classificazione di livello 3 Stelle. Adesso Interporto Gorizia sta predisponendo i passi necessari per un intervento migliorativo dell’illuminazione all’interno del comprensorio e quindi ottenere un ulteriore livello che porterà al raggiungimento della nuova classe Silver, che verrà inserita nella modifica della normativa sui trasporti, ancora in fase di predisposizione al Parlamento Europeo. È stato riconosciuto il lavoro fatto, siamo al passo con quanto accade in ambito comunitario in tema di sicurezza nelle aree di parcheggio; in Italia solo noi e l’Autoparco di Brescia hanno certificazione livello 3 Stelle Dekra” ha commentato Giuliano Grendene, presidente di SDAG, posta in posizione strategica sull’autostrada A34 Villesse-Gorizia, dove il traffico di camion nel 2018 ha toccato 1,8 milioni di unità a fronte dei 100.000 mezzi del 1982, anno di fondazione dell’Autoporto. Scendendo in centro Italia, la novità più sostanziosa arriva da Livorno, dove il Gruppo FS Italiane pare avere rotto gli indugi e dunque avere accettato di far parte a pieno titolo – sinora una quota minima, inferiore all’1%, fa capo a Mercitalia – della compagine azionaria dell’Interporto Toscano. Sarebbe RFI la società designata a fare società col l’infrastruttura ‘cattedrale nel deserto’ di Guasticce, permettendo così di rivitalizzare – si auspica – un clamoroso flop infrastrutturale (solo il denaro iniettato copiosamente dalla Regione Toscana lo ha tenuto in vita). Cambierà anche la funzione organizzativa della piattaforma, che da (mancato) Interporto è designato a diventare il ‘retroporto’ (alias, banchina lunga) del porto labronico, che dista solo una manciata di km, se e quando sarà finalmente completato il famoso ‘scavalco’ dei desideri. La notizia è emersa a margine della firma con la Regione Toscana dell’intesa per il finanziamento della progettazione dei nuovi collegamenti ferroviari a Livorno; in questa occasione, l’amministratore delegato di RFI Maurizio Gentile ha gettato la maschera e parlato di trattative avviate per l’acquisizione di quote societarie dell’interporto livornese Vespucci. Nel frattempo la firma apposta insieme al Governatore Enrico Rossi ha dato il ‘la’ per realizzare, al costo di quasi 6 milioni di euro, il bypass di Pisa tra la linea Collesalvetti-Vada e la linea Pisa-Firenze e il collegamento tra l’Interporto Amerigo Vespucci di Guasticce e la linea Collesalvetti-Vada necessario per agganciare la rete ferroviaria nazionale. Dopo la firma si è svolto un sopralluogo sull’area dove sarà realizzato lo scavalco ferroviario del valore di 27 milioni di euro che dovrà essere completato entro il 2022. In Adriatico, una svolta potrebbe essere arrivata anche per l’Interporto delle Marche di Jesi, in provincia di Ancona. Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli ha incontrato il sindaco Massimo Bacci per garantire gli 8 milioni di euro previsti in bilancio come fondi aggiuntivi; ma il primo cittadino jesino ha dichiarato la sua perplessità di fronte a scelte che hanno parzialmente rinnegato quanto pareva una certezza fino a prima, in particolare la rinuncia a realizzare il centro di logistica del farmaco per il quale la Regione aveva promesso un contributo specifico. Jesi da settembre ha una nuova governance per il triennio 2019/2021; l’assemblea di Interporto Marche Spa ha nominato un consiglio di amministrazione composto da 3 membri: Milva Magnani, Marco Carpinelli e Gianluca Carrabs, Amministratore Unico SVIM Società Sviluppo Marche. Il CdA di una settimana prima di Natale, convocato per la prima volta tre mesi dopo il suo insediamento, aveva definito il piano di risanamento finanziario che predispone lo sviluppo strategico della piattaforma intermodale marchigiana in sinergia con gli investimenti che FS Italiane sta effettuando: la realizzazione del bypass di Falconara, che garantirà il collegamento diretto verso nord, evitando l’inutile passaggio da Ancona per cambio motrice; l’adeguamento della lunghezza dei binari della stazione dell’Interporto a standard europei (750 metri). Condizione necessaria (ma non sufficiente) al rilancio di Jesi è appunto la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale per 8 milioni di euro da parte di Regione Marche, che la intende realizzare attraverso SVIM Agenzia di Sviluppo della Regione Marche. Chissà se saranno altri soldi pubblici gettati al vento, visto che – secondo conti effettuati dal sindaco Bacci – in 40 anni di ‘esistenza’ (fantasma) l’infrastruttura avrebbe impegnato 50 milioni di euro raggiungendo un deficit di oltre 11 milioni di debiti. Potrebbe essere invece proprio la logistica del farmaco uno dei cavalli di battaglia dell’Interporto Campano, che ha di recente festeggiato con un convegno sul futuro del trasporto ferroviario in Italia i primi 20 anni di attività del collegamento ferroviario della piattaforma di Nola (Napoli) e 10 anni di attività della società operativa ISC Interporto Servizi Cargo. Il compendio intermodale è nato come piattaforma logistica di supporto al CIS, il più grande centro di distribuzione commerciale italiano B2B creato a fine anni ’70 ed ora intende crescere ancora grazie all’innovativo progetto TAC Treno Alta Capacità, il cui avvio è previsto nella prima parte del 2020. Attualmente ISC ha sviluppato un network intermodale con servizi ferroviari quotidiani da Nola a Torino, Bologna, Milano e Verona La Regione Campania intende finanziare con 12 milioni di euro il completamento della viabilità di accesso facendo così ripartire lavori bloccati dal 2011. L’investimento sollecitato dal Governatore Vincenzo De Luca, è funzionale a creare una piattaforma logistica per i farmaci in Campania; oggi esistono 40 centri di distribuzione che generano diseconomie e sprechi. Alla sanità regionale l’attuale organizzazione costa 1,5 miliardi di euro, accentrare in un’unica piattaforma consentirà una razionalizzazione della distribuzione dei farmaci ed un risparmio stimato di 150 milioni di euro. Nell’Interporto d’Abruzzo, a gennaio, il collegamento ferroviario tra le infrastrutture di Novarae Pescara, già dal 2019 in esercizio con 5 rotazioni settimanali, sarà offerto da Hupac. Il servizio, in origine realizzato dalla IFR Intermodale, può trasportare semirimorchi con profili P400, C70, C400. Da Novara il network svizzero ha connessioni col Belgio, la Germania, l’Olanda e la Svezia.