Fonte: Ship2Shore di Angelo Scorza

La Spezia – Un’altra apparizione a BILOG, dopo quella del 2017 a Piacenza, quando la filiale italiana della società svedese ‘giocava in casa’. “Come costruire una catena di trasporto sostenibile?” è il titolo della presentazione di Milena Benzi di Ikea, che confida di risolvere nel 2020 la transizione energetica, “allorquando saremo in grado di produrre autonomamente tutta l’energia che consumeremo” afferma la manager. “Abbiamo costruito nel tempo tre diverse cross docking platforms rispettivamente nel 19990, 2004 e 2017, di cui l’ultima affidata alla gestione di Rhenus, le altre con cooperative locali, e tutte con un mantra: ridurre l’uso della carta e fare controlli più efficienti. E ci siamo impegnati a ridurre entro il 2030 l’impatto delle spedizioni del 70%, grazie anche all’uso di una flotta di 25 camion alimentati a LNG, mentre stiamo già valutando l’utilizzazione di CNG, gas a compresso, quale carburante alternativo per il futuro” conclude la portavoce di Ikea. Sempre dall’Emilia proviene l’esperienza narrata da Luigi Capitani, Amministratore Delegato di Cepim, l’interporto di Parma. “Secondo nostre stime, con l’utilizzo dell’intermodalità abbiamo permesso significativi risparmi alla collettività, nell’ordine dei 500 milioni di euro pari a 1 milione e mezzo di tonnellate di emissioni evitate. Dalla nostra piattaforma logistica, il 20% delle merci arriva e parte su treno” afferma il rappresentante di un’infrastruttura che è anche alfiere regionale quale partner di ER.I.C. Emilia-Romagna Intermodal Cluster. “Attualmente il cluster movimenta il 90% dei traffici ferroviari regionali per un totale di circa 18 Mil. di ton all’anno, l’ambizione è di incrementare ulteriormente la quota modale ferroviaria, riducendo il trasporto su gomma, altamente impattante in termini di inquinamento e congestione sul territorio regionale” Sulla stessa falsariga è stata organizzata la tavola rotonda “Logistica più sostenibile con BioLNG” di SOS-LOGistics. Con questo panel, l’associazione guidata dal presidente Daniele Testi ha voluto porre in evidenza uno degli sviluppi che più di altri unisce gli obiettivi di economia circolare con quelli legati allo sviluppo di processi di trasporto più sostenibili dal punto di vista ambientale. Il bio-LNG è metano liquido derivato da bio-masse (materiale di scarto, che può derivare da liquami di allevamenti animali, arbusti da pulizia dei boschi, umido o alghe) ed è un carburante pulito, che non aggiunge gas clima alteranti, e innovativo per il trasporto stradale, rappresentando una filiera sostenibile. Con esso si riducono drasticamente le emissioni di CO2 equivalente; ma questa sfida richiede una visione di sistema tra chi produce scarti agricoli, chi si occupa di biodigestori e impianti di liquidazione, chi presidia la catena di trasporto e chi produce i mezzi necessari all’utilizzo del biocarburante”. “La bio raffineria che, partendo da scarti, produce gas metano è una fabbrica molto speciale che usa la biologia, i microbi per intenderci, per trasformare lo scarto ‘bio’ in un prodotto utile senza alterare il clima. L’impianto è ben noto e sperimentato; la catena logistica che alimenta la bio raffineria e porta il bio gas all’utilizzatore finale è il risultato di una collaborazione tra molti attori, un sistema impegnativo; ogni attore deve trovare un beneficio e dimostrare la propria intenzione forte e determinata” ha dichiarato Renzo Provedel, Vicepresidente SOS LOGistica. “La nostra azienda è la prima in Italia ad impiegare mezzi a metano liquido, ottenendo grandi risultati in termini di riduzione degli inquinanti, ora siamo pronti ad affrontare un’altra importante sfida, quella del biometano liquido, ottenuto da fonti rinnovabili e a zero emissioni. Ci siamo già strutturati, anche grazie al nostro distributore di flotta già abilitato ad erogarlo, per garantire ai nostri clienti il trasporto con questo carburante, che al momento rappresenta la soluzione più green praticabile rispetto all’opzione elettrica ancora al di là da venire per i camion” afferma Dario Cingolani, direttore commerciale di LC3, azienda con sede a Gubbio (Perugia) pioniera nell’impiego di Revolution 2, il primo semirimorchio refrigerato ad azoto liquido, capace di garantire elevata resa termica, sicurezza e zero emissioni in atmosfera e zero rumore. “Naturalmente, il processo dovrà essere accompagnato da una rapida diffusione del biometano, la cui disponibilità, anche in forma gassosa, è attualmente limitata” . Massimo Santori, Relazioni Istituzionali CNH Industrial-IVECO Italia, ha illustrato le importanti potenzialità di crescita della tecnologia GNL e Bio-GNL applicate nei mezzi commerciali long haul distance. “Si tratta di una soluzione sempre più apprezzata dal mercato perché abbina la possibilità degli operatori logistici di ridurre il proprio TCO (Total Cost Ownership) e l’opportunità di fornire servizi sui segmenti stradali ed autostradali con impatti ambientali in termini di emissioni di inquinanti e gas serra decisamente contenuti rispetto alle versioni a gasolio, come evidenziato da numerosi studi di settore. In Italia ormai viaggiano oltre 2.000 truck ad alimentazione GNL, con previsione di ulteriore forte consolidamento per il 2020; veicoli che adottano sistemi powertrain da subito compatibili con l’utilizzo del Bio-GNL, in grado di azzerare le emissioni di gas serra nel ciclo well-to-wheel, su cui è importante continuare a promuovere politiche per accelerare il processo di transizione verso tecnologie alternative al diesel in grado di soddisfare le complesse esigenze operative della logistica long haul” conclude il rappresentante del gruppo di Torino.