Fonte Ship2Shore

Quando nel 2010 e nel 2015 l’Interporto Quadrante Europa di Verona ‘trionfava’ nella speciale classifica continentale stilata da DGG (Deutsche GVZ-Gesellschaft mbH), al vertice della Bundes Republik era già assisa l’ingombrante figura della cancelliera Angela Merkel. Allora i rapporti tra i 28 paesi dell’UE erano certamente più armoniosi e la storica rivalità tra Nord e Sud Europa decisamente meno accentuata che oggigiorno. Si sa che in questa fase delicatissima per gli equilibri della vecchia ed oggi un po’ rabberciata ex-CEE siano assai tesi, e tra Germania ed Italia gli sguardi non siano proprio idilliaci, complice anche una politica della Commissione guidata, guarda caso, da una tedesca, a dir poco discutibile ed assai opinabile.

Invero, che ci abbia messo o meno lo zampino, di certo indirettamente, la politica ‘ferrea’ di Frau Angela a condizionare anche inconsciamente i giudizi di Thomas Nobel e di Steffen Nestler, i due analisti della DGG che ad ogni quinquennio, rispettivamente dalle sedi di Brema e di Dresda della società, confezionano la graduatoria degli interporti d’Europa, non lo sapremo mai, e d’altronde poco importa.

Sono queste classifiche che – se vogliamo – possono anche lasciare parecchio il tempo che trovano, visto che oltretutto a stilarle ergendosi quale arbitro inappellabile è un paese (la Germania) che alla fine vede ben 7 delle piattaforma nazionali tra le prime 20 (e 3 sulle prime 5). Lo affermiamo senza indugiare oltre, ma con buona pace degli interporti italiani che hanno ‘vinto’, i quali certamente non si fermeranno a bearsi sugli allori; né di quelli che viceversa hanno ‘perso’, sicuramente non demoralizzati da questo giudizio e per nulla inclini a gettare la spugna nel loro percorso di sviluppo.

Dunque, se nel 2010 e nel 2015 il primato era bianco-rosso-verde, arridendo agli scaligeri del QE, nel 2020 i colleghi dello GVZ di Brema, che erano al secondo posto nell’ultimo rilevamento, si sono presi l’ideale trono. Resta saldo al terzo posto il GVZ di Norimberga.

Per quanto concerne gli altri italiani, in estrema sintesi ecco i movimenti registrati in cinque anni: sale CePIM Parma (dal 10° al 7° posto), resta stabile Bologna (sempre 8°), perdono terreno (molto) Interporto Campano di Nola (da 6° a 11°), un po’ meno Padova (da 7° a 10°) e S.I.TO Orbassano-Torino (da 12° a 14°), ‘sparisce’ inopinatamente dalla classifica CIM Novara (era 14°).

Come detto si registra un’egemonia contesa tra Germania e Italia, sempre impegnate nel testa a testa; se nel 2015 il Belpaese aveva 7 interporti in graduatoria contro ‘soli’ 6 tedeschi, la ‘sparizione’ novarese è andata a pro di Erfurt, talché in questo momento conduce la Germania 7 a 6.

Per quanto riguarda le altre posizioni, sempre in classifica la Spagna con Plaza Zaragoza (salito da 5° a 4°), ma ZAL Barcellona è regredito parecchio (da 11° a 20°).

Scende anche l’Ungheria col Bilk Logistics Center Budapest (da 13° a 18°).

Forte viceversa l’ascesa della Polonia con CLIP Logistics Poznan (da 15° a 6°) e dell’Austria con Cargo Center Graz (da 18° a 9°) e l’ingresso di Ennshafen (17°).

Escono paesi primari e storici nel settore come Francia (Delta 3 Dourges Lille era 16°) e Gran Bretagna (DIRFT Daventry era 20°) a vantaggio della new entry Finlandia (RRT Kuovala 13°).

Da notare che nessun interporto tra i ‘Top 20’ fa capo ad una capitale o metropoli con la notabile eccezione di Berlino che schiera ben due piattaforme intermodali: Sud Grossbeeren (da 4° a 5°) e West Wustermark (da 17° a 12°).

Per quanto riguarda gli interporti che si possono meglio configurare quali retroporti, essendo nei pressi degli scali marittimi, nel ranking vi sono solo quelli di Brema, Barcellona e il nuovo hub tedesco ad alti fondali di JadeWeser di Wilhelmshaven.

L’Interporto di Parma viene considerato secondo hub interportuale d’Italia e settimo in Europa nella classifica stilata da DGG (Deutsche GVZ-Gesellschaft mbH), che vede un incremento di posizioni rilevante per l’infrastruttura parmigiana, a gratificare gli investimenti affrontati nel passato recente ed una gestione indirizzata al continuo miglioramento; tra 2015 e 2020 CePIM passa dalla 10° alla 7° posizione a livello europeo e sale in 2° posizione in Italia, dietro solo all’Interporto veronese Quadrante Europa, il migliore in patria. “Siamo fieri del risultato; tutta la squadra ha lavorato bene collaborando su progetti importanti come l’elettrificazione ferroviaria della linea Castelguelfo-Interporto e la costruzione di un nuovo terminal che permette di essere tra i primi interporti a poter ospitare treni merce a standard europeo. Il riconoscimento dimostra che stiamo andando nella giusta direzione; continueremo a lavorare per essere ancora più proattivi ed efficienti” commenta soddisfatto Luigi Capitani, Presidente di CePIM, che conclude con un’annotazione generale. “Gli interporti italiani, grazie alla loro efficienza e alla loro importanza, si distinguono come hub di riferimento in tutta Europa (e non solo), tanto che nelle prime 15 posizioni del ranking si trovano Verona, Parma, Bologna, Padova, Nola e Torino, a testimoniare quanto la rete degli interporti sia essenziale e centrale nella logistica nazionale ed internazionale”.